Cosa fare se il bambino non cammina.

La prima cosa che facciamo, se il bambino ancora non cammina, è conoscere la sua storia tramite il colloquio con i genitori, e poi interagiamo e giochiamo con lui. Scopriamo se è interessato, se è motivato, se prende l'iniziativa, come partecipa. Il bambino ha voglia di spostarsi nell'ambiente, per agire, per esercitare la sua volontà?. Perché dico questo. Perché se vogliano stimolare l'acquisizione

La comunicazione aumentativa alternativa

La Comunicazione Aumentativa Alternativa (C.A.A.) è il termine usato per descrivere un nuovo orientamento clinico, riabilitativo ed educativo che la lo scopo di migliorare la comunicazione di tutte le persone che mostrano difficoltà temporanee o permanenti nell'utilizzare il linguaggio verbale.

Si definisce AUMENTATIVA perché va ad incrementare le risorse comunicative della persona ed ALTERNATIVA perché utilizza modalità comunicative alternative al linguaggio verbale.
E' un approccio che vuole concedere reali opportunità al fine di costruire competenze comunicative in una visione più ampia del solo linguaggio verbale, propone infatti strategie, supporti (quali fotografie, immagini e simboli) e tecnologie mirate a potenziare e facilitare la persona e il suo contesto di vita.

E' a partire da questi scopi che è possibile un intervento precoce di C.A.A in bambini che entro i 3 anni non hanno ancora sviluppato il linguaggio verbale, senza precluderne tuttavia lo sviluppo.
Oggi possiamo affermare questo con certezza perché

Autismo: rompiamo gli schemi

Alcune persone, quando osservano un bambino con disturbo delle spettro autistico, esprimono dei giudizi basati sui propri schemi mentali (es. siccome ha questa età dovrebbe saper già fare questa cosa) o fanno i confronti con bambini della stessa età. E nel rapportarsi con loro usano le stesse modalità di approccio usate con altri bambini, applicano le stesse regole e non cambiano il loro modo di pensare. Ad esempio sono convinti che sbagliando si impara, ma il bambino autistico sbagliando continua a sbagliare; ad esempio

I neuroni non pensano

L'altro giorno mio figlio, conoscendo il mio interesse per il sistema nervoso e il mio lavoro (sono un neuropsichiatra infantile), mi ha chiesto di aiutarlo nello studio di alcuni argomenti scientifici: come sono fatti e come funzionano il cervello, l'occhio e l'orecchio. Mentre l'ascoltavo, non sono riuscito a trattenere il mio disappunto quando il bambino ha ripetuto che nel cervello si formano le immagini o i suoni, riferendosi al funzionamento di occhio e orecchio.

Epilessia

Il nostro cervello è suddiviso in diverse parti e ciascuna di esse ha una diversa specializzazione, cioè c'è una parte da cui dipende il linguaggio, una parte da cui dipendono i nostri movimenti, le sensazioni, ecc.

emiparesi nei bambini

La conoscenza, la percezione degli oggetti, della loro funzione e dello spazio dipende anche dalle nostre possibilità di azione su di essi: ad esempio posso dire che un oggetto è vicino rispetto a me perché posso facilmente raggiungerlo, semplicemente allungando la mano. E non ho bisogno di effettuare l'azione concretamente per esprimere questo tipo di giudizio, perché nel momento stesso in cui mi viene richiesto o lo penso, io ho già simulato a livello cerebrale l'azione.

Il Disturbo pragmatico.

Quando le persone dialogano usano dei modi di dire, delle metafore e una serie di espressioni, che vengono comprese proprio perché non vengono prese alla lettera. Mi puoi passare il sale? Non voglio sapere se sei in grado di svolgere l'azione "passare il sale", ma voglio il sale. Se al telefono chiedo se c'è Valentina?,  il mio interlocutore mi risponde: "si te la passo" e non solamente "si è in casa". Sono stanco morto significa che sono molto stanco e l'espressione viene compresa

Le cause della dislessia


Quando camminiamo non prestiamo certo attenzione a come dobbiamo eseguire il passo, e quando guidiamo non abbiamo bisogno di stare attenti a ogni singola azione: premere l’acceleratore o la frizione, ecc. Questi sono due esempi di funzioni che nel tempo con l’apprendimento si sono automatizzate, cioè le compiamo senza prestare attenzione, senza fatica  e ci possiamo così dedicare ad altro.

Lo sviluppo del linguaggio



Già dai primi momenti di vita i bambini “comunicano” con l'ambiente circostante attraverso una serie di comportamenti, quali posture, smorfie, pianto, che fungono da segnali comunicativi per gli adulti che si prendono cura di loro. Questi segnali gradualmente assumono anche per il bambino un potere comunicativo preciso. Verso i 9 mesi si comincia a parlare di comunicazione intenzionale che significa che i bambini sono consapevoli dell'effetto di alcuni loro comportamenti: compaiono la richiesta ritualizzata, il mostrare, il dare e l'indicare un oggetto. 
Lo sviluppo del linguaggio segue tappe regolari.

Se vuoi parlare devi correre



Abbiamo letto in diversi post che la comprensione delle azioni altrui avviene attraverso l’attivazione dello stesso circuito cerebrale del nostro cervello che controlla l’esecuzione dell'azione. Ma anche la comprensione del linguaggio dipende dalle nostre percezioni ed azioni e dalle memorie di oggetti ed azioni. Ad esempio le aree della corteccia cerebrale che elaborano le informazioni sensoriali

Facciamo l'indagine genetica.



I bambini che presentano dei disturbi dello sviluppo (disabilità intellettiva, ritardo psicomotorio, autismo, ecc.) possono essere sottoposti a una serie di indagini: esami ematici, elettroencefalogramma, Risonanza magnetica cerebrale e indagine genetica.
A cosa serve l’indagine genetica? Che informazioni ci fornisce? E’ di aiuto ai fini dell’intervento riabilitativo?
Facciamo un passo indietro. Tutte le cellule del nostro corpo contengono al loro interno, precisamente dentro il nucleo, i cromosomi (foto), per l'esattezza 46. I cromosomi sono formati dal DNA. Il DNA contiene le informazioni alla cellula per fare svolgere le funzioni. Durante la gravidanza inoltre il DNA fornisce le informazioni necessarie per guidare lo sviluppo degli organi e quindi anche del Sistema Nervoso. Sviluppo e crescita del sistema nervoso che continuano anche dopo il parto sotto la spinta di tutte le esperienze. I geni sono pezzettini piccolissimi del cromosoma e ognuno ha la sua funzione. Quando uno di questi geni è mutato o magari quando manca un pezzetto intero di cromosoma (si chiama delezione) si possono avere conseguenze sul corretto sviluppo del sistema nervoso. Tali conseguenze possono essere a volte particolarmente evidenti come nel caso di malformazioni (per esempio una parte non si è sviluppata bene), in altri casi possiamo avere delle conseguenze, che tuttavia non sono così evidenti, ad esempio con una risonanza magnetica del cervello.
A questo punto consideriamo il nostro bambino che ha un disturbo dello sviluppo. Abbiamo diverse possibilità. Abbiamo fatto una diagnosi di una malattia o di un particolare disturbo e cerchiamo la conferma con l’indagine genetica. A volte anche se sicuri del tipo di diagnosi si fa comunque un’indagine genetica perché vogliamo studiarne le cause.
Altra possibilità, non abbiamo una diagnosi, facciamo delle ipotesi e cerchiamo delle conferme con l’indagine genetica.
In molti casi, in cui il disturbo è di origine genetica, conoscere la causa non ci fornisce delle indicazioni per l’intervento riabilitativo, nè tanto meno per valutare lo sviluppo delle abilità del bambino. Perché ciò che guida il nostro intervento nello specifico è il bambino con la sua storia, il suo contesto, le sue abilità, la sua capacità di apprendimento e la sua motivazione, anche se ha la delezione del braccio corto o lungo del cromosoma…leggi qui.
Le malattie hanno caratteristiche comuni, e questo ci aiuta a capire alcune manifestazioni cliniche, ma in ogni caso è il singolo bambino con la sua storia e le sue caratteristiche che ci fornisce indubbiamente più informazioni.



Qual è la sua età corretta


“Qual' è la sua età corretta?”, questa è una delle prime domande che rivolgo ai genitori di un bimbo nato prematuro.
Per valutare lo sviluppo psicomotorio dobbiamo infatti considerare l’età corretta, cioè l’età che il bambino avrebbe se il parto fosse avvenuto a termine (40 settimane circa). Ad esempio un bambino che è nato alla 28° settimana, se lo visito quando ha 4 mesi, la sua età corretta è di poco meno di due mesi.  
Lo sviluppo psicomotorio del bambino, segue tempi e ritmi individuali. In questo processo il bambino è aiutato dai genitori e dalle esperienze che gli sono offerte nell’ambiente in cui vive.

Perché il bambino reagisce in quel modo?

Le persone con autismo possono presentare delle caratteristiche che sembrano non avere a che fare con le difficoltà di relazione. Una di queste caratteristiche è l'esagerata reazione ad alcuni stimoli ambientali. Tali stimoli possono essere alcuni rumori, odori, luci, o cose da toccare, che possono diventare insopportabili perché vengono percepiti in forma amplificata. Il comportamento adottato è finalizzato a ridurre in qualche modo la stimolazione. Ripeto, non è lo stimolo forte in se, ma come viene effettivamente percepito. Giovanni si tappa le orecchie quando qualcuno sposta una sedia, Luigi quando qualcuno inizia a parlare con un certo tono, Stefano si allontana dalla stanza quando sente l'odore di candeggina.

L'autismo e i neuroni specchio

Quando due persone si incontrano e iniziano a dialogare adattano il proprio comportamento in base alle risposte che ricevono e che osservano reciprocamente. Le risposte non sono solo quelle verbali, ma riguardano lo sguardo, la postura, la gestualità, il tono della voce.
La capacità di “capire” in modo automatico e immediato cosa pensa e che intenzioni ha la persona che si trova di fronte a noi dipende dall'attivazione dei neuroni specchio con cui simuliamo continuamente il comportamento osservato. Simulare significa in un certo senso provare in prima persona quello che fa e sente l'altro, ciò ci consente di dare le risposte più appropriate.

Qual è il tuo scopo?

Tutti i movimenti che compiamo hanno uno scopo, sono finalizzati a raggiungere un obiettivo e a consentirci di interagire con l’ambiente e con le persone. Ci sono movimenti uguali, che dipendono dalla contrazione degli stessi muscoli, che hanno la stessa “forma”, ma che hanno scopi diversi: posso afferrare una mela per mangiarla oppure posso prendere un bicchiere per bere.
Nei due casi compio sostanzialmente movimenti simili, ma cambia lo scopo, il contesto, la motivazione, il bisogno. Fatta questa premessa guardiamo le cose dal punto di vista del cervello.

L'''ABA" non è un metodo rigido.



L’ABA è una sigla che significa analisi del comportamento applicata. E’ una tecnica che si utilizza per insegnare e implementare le abilità dei bambini con autismo e non solo, e per migliorare il loro comportamento.

La madre che allatta e il suo bambino (Winnicott)

In occasione della settimana mondiale dedicata all'allattamento al seno riporto le parole di Winnicott tratte da una conversazione radiofonica dedicata a un primo piano di una madre che allatta.


Quando vedo in che modo delicato una madre che non sia ansiosa gestisce la situazione sono sempre preso da meraviglia. Eccola lì che mette il bambino a suo agio, predisponendo un contesto situazionale in cui l’allattamento può avvenire, se tutto va bene. La situazione è parte di una relazione umana. Se l’allattamento è al seno, vediamo che la madre lascia al bambino, anche piccolissimo, le mani libere,

Se lo prendi in braccio non lo vizi.

L'attaccamento è il legame affettivo, privilegiato che si stabilisce tra il bambino e chi si occupa di lui. Questo legame è finalizzato a far sentire sicuro e protetto il bambino, soprattutto in alcune situazioni: quando è stanco, quando ha fame, quando si trova ad affrontare situazioni nuove.
Giorno 1 ottobre presso la sala Avis di Ragusa siete tutti invitati ad ascoltare la relazione del Dott Conti Nibali sui bisogni del neonato

Come il bambino apprende il nome delle cose.



Il bambino apprende il nome delle cose prima di saper pronunciare le parole corrispondenti. Se chiediamo al bambino di 1 anno dov’è la palla, lui la cerca con lo sguardo, ma ancora non riesce a pronunciare la parola palla. Come apprende il nome delle cose? Il luogo comune vuole che basta associare l’oggetto al nome e così per ogni cosa o persona. In realtà la capacità che porta ad apprendere il nome degli oggetti e non solo è molto più raffinata.

Giochiamo con le parole.

Perché parlare agli insegnanti di scuola dell’infanzia di bambini con Disturbo Specifico di Linguaggio (DSL)? Molte ricerche hanno messo in luce la forte relazione tra i disturbi di linguaggio e i disturbi dell’apprendimento della letto-scrittura. Da numerose ricerche è stata provata una stretta relazione fra DSL e DSA (disturbi specifici dell’apprendimento).
Circa il 60-70% dei bambini dislessici presenta un pregresso disturbo di linguaggio. La scuola dell’infanzia è il luogo più adatto per l’individuazione precoce di sospetti DSL.

LA DIDATTICA INCLUSIVA

Oggi le sigle impazzano: BES, DSA, DSL ecc. Ma sono solo sigle o nascondono bambini e quindi alunni? Compresa la natura dei disturbi cosa devono fare gli insegnanti? Quali possono essere le aspettative dei genitori?
L’informazione corre più veloce della possibile rivisitazione del sistema scuola e a volte si ci domanda se è possibile far coesistere tanti metodi di apprendimento in una sola classe … secondo me si. Con questo non voglio dire che si devono moltiplicare le metodologie di insegnamento ma utilizzandone una che sia il più possibile utile a tutti, la didattica inclusiva.
Come fare? Come si farebbe in ogni “buona famiglia”, mi spiego con un esempio:

La parola dello psicologo alle neomamme e ai neopapà di oggi.


     Ancora oggi si pensa che lo psicologo debba occuparsi della psicopatologia, anche riguardo al periodo perinatale e alla Salute primale (termine coniato da Michel Odent per intendere il periodo che va dal concepimento, alla gravidanza, alla nascita, all’allattamento, fino al primo anno di vita). Basti pensare  alla depressione post partum della donna, non si sa invece quanto lo psicologo possa operare sulla prevenzione della depressione e non solo.

Quando intervenire se il bambino parla male.

I bambini con disturbo specifico del linguaggio sono bambini intelligenti che non parlano correttamente. Questi bambini possono avere difficoltà a scuola ad apprendere a leggere e scrivere. La prima difficoltà evidente riguarda la capacità di riconoscere e scrivere le lettere dell'alfabeto, cioè capire che la A si legge A e si scrive in un certo modo.

Mio figlio ha due anni e si sbatte la testa

Diverse possono essere le circostanze in cui un bambino si sbatte la testa.     
In genere con questo comportamento i bambini non si fanno veramente male, il loro scopo è un altro. Può essere semplicemente richiesta di attenzione o può essere la risposta a una cosa che gli abbiamo vietato. Qui sta un punto fondamentale: il bambino può arrivare a sbattere la testa perché i segnali che ci aveva inviato prima non erano stati capiti e ascoltati. Tale comportamento comunque tende a ridursi e a scomparire nel tempo,

Il tablet in pizzeria



Siamo in pizzeria e c’è tanta gente, si chiacchiera, si ride, ci si spazientisce un po’ perché non ci hanno portato ancora la pizza. Alcuni bambini piccoli girano per i tavoli, giocano, gridano e corrono. Altri bambini invece hanno il loro tablet e ci giocano con molto impegno, da soli. Loro non li senti. La scena dei bambini che giocano da soli con il tablet (o con qualunque altro gioco elettronico) in pizzeria

Ora si sblocca



“Ora si sblocca” è un’espressione che viene utilizzata quando un bambino piccolo ancora non parla. Con questa espressione si intende che si può ancora aspettare senza fare niente e da un momento all’altro il bambino inizierà a parlare. Un bambino di due anni che ancora non parla nella maggior parte dei casi effettivamente parlerà. Il linguaggio si apprende spontaneamente, non si insegna,

Perché calcoliamo il Q.I.

Se un bambino ha delle difficoltà di apprendimento a scuola o ha un ritardo, ad esempio del linguaggio, per capire come aiutarlo, può essere utile conoscere il suo quoziente intellettivo (Q.I.), o meglio i punti di forza e di debolezza del suo funzionamento intellettivo. Il Q.I. è un numero che si ottiene dalla somministrazione di test fatti di domande rivolte al bambino e di prove che non richiedono l'uso del linguaggio, come puzzle, disegni, costruzioni con cubi, ecc.

Alla scoperta degli oggetti

Intorno ai 4 mesi il neonato inizia ad afferrare gli oggetti. Ma come arriva a questa importante tappa dello sviluppo psicomotorio?.All'inizio il neonato ha una visione confusa delle cose, non riesce a distinguerle. E' particolarmente attratto dalle cose che hanno un forte contrasto, in questo modo scopre che gli oggetti hanno un contorno e che tutte le parti di cui è composto si muovono insieme e quindi appartengono allo stesso oggetto. Gli oggetti o figure con forte contrasto possono essere utilizzate per stimolare lo sguardo del neonato, nel caso in cui mostra qualche difficoltà in questa funzione. Ricordiamoci comunque che lo stimolo più pregnante è il volto della sua mamma e del suo papà. Il neonato diventa sempre più bravo a fissare e a inseguire con lo sguardo ciò che si muove vicino a lui. Nel frattempo, le manine si aprono e chiudono, afferra il lenzuolino, e si toglie il ciuccio. Arriva ai 4 mesi e inizia ad afferrarli, quindi inizia la fase dell’esplorazione: li tocca, li gira, li manipola, li sbatte e scopre che fanno rumore, li porta in bocca e se li gusta.


Per questi motivi gli oggetti che proponiamo devono essere liberi e non attaccati a qualcosa, come avviene ad esempio con la palestrina. Gli oggetti li passa da una mano all'altra e poi afferra anche quelli piccoli. Ma intorno all'anno avviene una scoperta importante e cioè gli oggetti continuano ad esistere anche dopo che scompaiono. Se a sei mesi l'oggetto nascosto alla sua vista non esiste più, intorno all'anno il bambino inizia a immaginarlo e a scoprire il lenzuolino sotto il quale abbiamo nascosto il suo giocattolo preferito: scopre l'oggetto nascosto. E fa continue verifiche di questa sua scoperta, potrete notare come ripetutamente fa sparire gli oggetti per poi farli ricomparire. A questo punto oltre a ricordare l'esistenza dell'oggetto inizia a immaginare e a ricordare che gli oggetti hanno una funzione: il pettine viene a portato in testa, il telefonino alle orecchie, il cucchiaio in bocca.
Queste azioni vengono svolte su se stesso e poi sul bambolotto. E successivamente emerge il gioco simbolico, cioè il bambino utilizza gli oggetti attribuendogli altre funzioni: il bastoncino può diventare un cucchiaio, una macchinina, un pettine. Nel proporre i giochi ai nostri bambini, sia a quelli con sviluppo tipico sia a quelli con ritardo, dobbiamo tenere conto di questa evoluzione del gioco.

Quando nasce l'autismo?



Tanti anni fa si pensava che i neonati praticamente non capissero niente. In realtà è stato dimostrato il contrario, semplicemente con l’osservazione di ripetute video registrazioni del comportamento del neonato. Per esempio mostrando al bimbo delle foto di volti e di oggetti, lui preferisce guardare più a lungo i volti.  Se facciamo guardare una serie di facce felici progressivamente le guarderà sempre meno, se mostriamo a questo punto una faccia triste ritornerà a guardarla.

Allattamento

Per la sett. mondiale per l'allattamento (1/ 7 ottobre 2014) è in programma a Ragusa un convegno sulla genitorialità e sull'attaccamento. Sarà previsto l'intervento del Dott. Sergio Conti Nibali per una relazione sull'allattamento al seno e Giuseppe Sampognaro di Siracusa , psicoterapeuta  della Gestalt, per una relazione sull'ansia infantile.

Dalla parte dei bambini e delle famiglie



Chi vive un forte dolore, una sofferenza, ha bisogno di credere in qualcosa per andare avanti. Anche il genitore del bimbo che ha una disabilità, intellettiva o relazionale, vive un dolore e ha bisogno di mantenere viva la speranza. Per questo motivo è disposto a tentare ogni cosa e a seguire qualunque proposta riabilitativa, anche quelle sconsigliate dai medici.

ABA O TEACCH



Per molti sono solo delle sigle, per le famiglie dei bambini con autismo sono dei trattamenti riabilitativi. L’aba e il teacch sono due tra i trattamenti ritenuti efficaci, ce ne sono altri che sono invece ritenuti non efficaci o addirittura dannosi. Ho visto bambini migliorare tantissimo, senza fare un’ora di TEACCH o di ABA.

Autismo e talento

I bambini con autismo, come ogni bambino, hanno una propria storia, unica. Alcuni bambini, una piccola parte, ci sorprendono perché hanno dei veri e propri talenti. Il talento è qualcosa di straordinario che il bambino e la persona con autismo può presentare, a prescindere dal quoziente intellettivo. Ho conosciuto alcuni bambini con dei talenti. 
Questo è il disegno di un bambino di 6 anni, l' elefante era il suo soggetto preferito. L'elefante in primo piano ha decisamente una prospettiva, sembra muoversi.
Alcuni animali sono disegnati parzialmente, come se continuassero oltre la pagina.

A che età il bimbo può iniziare a usare il tablet?



Sappiamo che lo sviluppo intellettivo del bambino dipende dai fattori genetici (le informazioni contenute nel DNA delle cellule che guidano lo sviluppo del cervello) e dalle esperienze che fa. Puoi approfondire qui In particolare l’acquisizione di molti concetti, utili per lo sviluppo dell’intelligenza, dipende dalle esperienze psicomotorie. Per esempio i concetti topologici ( come sopra-sotto dentro fuori, vicino lontano, ecc.) vengono acquisiti grazie alle azioni che svolgiamo con oggetti concreti e con il corpo.

A proposito di comunicazione e di comunicazione facilitata



Per comunicazione si intende ciò che una persona fa intenzionalmente per trasmettere un messaggio, indipendentemente dalle modalità (gestuale, verbale, scritto, visivo), ad uno o più riceventi. Il codice del messaggio deve essere per entrambe le parti un codice condiviso.

Non vedo computer in classe



Marco è un bambino di 8 anni che legge male dalla lavagna. L'oculista riscontra una forte miopia. Marco ora porta gli occhiali a scuola e riesce a leggere bene. Gli occhiali compensano il difetto di vista e vengono tranquillamente accettati da tutti. Non sono considerati un vantaggio per Marco. E’ normale che li indossi. Francesca ha la stessa età e anche lei fatica a leggere. A lei invece viene diagnosticata una forma lieve di dislessia.

La teoria della mente non esiste, ma dobbiamo insegnarla

La nostra capacità di stabilire relazioni con le persone che incontriamo ogni giorno si è sviluppata a partire dalla nascita, grazie alla relazione primaria stabilita con i nostri genitori, in particolare con la madre. Tale relazione era fatta di sguardi, vocalizzi, smorfie e sorrisi, con la mamma in grado di capire i nostri bisogni e di riuscire a sintonizzarsi con noi. Ma la cosa importante che ci è stata insegnata è che tutto quello

Mio figlio è pronto per andare a scuola?



I bambini che frequentano la scuola materna possono presentare qualche difficoltà, che non consente loro di seguire bene il programma proposto. Le insegnanti in questi casi pongono maggiori attenzioni al bambino, in un secondo momento se il bambino non dovesse superare le sue difficoltà ascoltano la famiglia ed eventualmente possono suggerire una visita.

Dalla parte del bambino pretermine e dei suoi genitori.


La nascita di un bambino pretermine è un evento brusco, inatteso, doloroso, fortemente traumatico. Per la donna che aspetta un figlio, gli ultimi mesi di gravidanza sono determinanti per la formazione della rappresentazione mentale del proprio Sé come madre, ma la nascita interrompe questo processo.
La madre è ancora impreparata e non è certamente ancora pronta per divenire mamma; deve rinunciare al suo bambino sognato, fantasticato, immaginato e fare i conti con una realtà ansiogena e angosciante. Il bambino appena nato le viene subito tolto

Mio figlio ha 5 anni e bagna ancora il letto di notte

La pipì prodotta dal rene attraversa dei tubicini (ureteri) e si raccoglie nella vescica. La vescica è come un serbatoio che appena si riempie si deve svuotare. Man mano che il bambino cresce la vescica diviene sempre più capace, cioè riesce a trattenere sempre maggiori quantità di urina.

Giornata mondiale dell'autismo

Ecco un bell'esempio di cosa significa sensibilizzare e fare cultura. Complimenti davvero a chi ha organizzato questa giornata speciale

Perché non si allatta al seno.


Tutti sanno che l’allattamento al seno è la scelta migliore che si possa fare per nutrire un neonato ma purtroppo questa considerazione lascia spazio al fatto che si pensa che non tutte le donne hanno il latte e che non tutte possono allattare, per una miriade di motivi diversi ma in fondo sempre uguali.
Da poco più di mezzo secolo, una serie di eventi di natura storica, sociale, culturale e commerciale ha imposto le Formule Sostitute del Latte Materno

Autismo e dieta


Per sapere se una terapia o un tipo di dieta è efficace per curare un tipo di disturbo, è necessario effettuare degli studi scientifici.

Non mi ascolta mai

Quante volte i bambini disubbidiscono, non ci “sentono”, ci sfidano o reagiscono in modo eccessivo ad un no o ad una regola: gridano, sbattono una porta, lanciano un oggetto, ecc. E a volte ci fanno seriamente innervosire.
Praticamente tutti i genitori si trovano ad affrontare questi comportamenti, che tanto più sono frequenti e intensi tanto più diventano un problema.

Il Massaggio infantile

IL MASSAGGIO INFANTILE Quando si ama con il cuore
Il massaggio infantile esiste da  secoli, ma la prima persona che ha messo a punto  un programma
professionale vero e proprio è stata Vimala McClure. Fin dal 1976, l’anno di introduzione,  il
programma e gli obiettivi sono stati sempre più sviluppati  e perfezionati attraverso la ricerca  e le esperienze.
In Italia il massaggio infantile è stato introdotto nel 1989, anno in cui  è nata L’AIMI (Associazione Italiana Massaggio Infantile, affiliata all’IAIM) attraverso Benedetta Costa che si è formata presso la fondatrice Vimala McClure.

I BENEFICI
Interazione
Il massaggio approfondisce la comunicazione tra bambino e genitore,

Mia figlia ha 2 anni e ha ancora il ciuccio.



Quando nostra figlia sta per fare una cosa stupida o pericolosa, noi non abbiamo alcuna esitazione, il nostro è un no categorico. La bambina piange, ma si trova di fronte un genitore deciso, che esprime una sola cosa: fermezza. La bambina desisterà e ritorneranno presto a giocare insieme.
Nel caso del ciuccio, quello che cambia è che noi non vediamo il rischio che comporta il suo uso oltre una certa età.

Mio figlio non cammina

La possibilità che abbiamo di stare con gli altri, di parlare, di studiare, di giocare, ecc è data dal fatto di avere un corpo e una mente.  Siamo quello che siamo perché siamo cresciuti all’interno di una relazione con i nostri genitori, relazioni che hanno determinato il nostro modo di essere e hanno plasmato il nostro cervello. Il cervello si modifica, in base alle esperienze che facciamo.

La bambina ha 10 mesi e ancora non gattona

Ci sono bambini che non gattonano, prima di camminare da soli, e ciò non ha conseguenze sul loro sviluppo motorio  e intellettivo.
Per i bambini comunque è molto importante potersi spostare nell’ambiente ancor prima di camminare,

Il bimbo è nato prematuro

Il bimbo è nato prematuro, alla 28° settimana, è stato ricoverato in neonatologia in terapia intensiva per 1 mese e mezzo. Ora è arrivato a casa con la sua famiglia, spesso è irritabile, cioè piange facilmente e non si riesce a consolare, dorme solo per poche ore, non si alimenta bene. Ai minimi rumori sobbalza e piange,

Comunicare è possibile

La cosa che permette a due persone di comunicare è l'utilizzo di un codice condiviso. Codice condiviso significa parlare la stessa lingua, usare gesti e movimenti del corpo che riusciamo subito a interpretare, il guardarci negli occhi. Nel caso in cui volessi comunicare con una persona di nazionalità russa non potrei usare la lingua, perchè non conosco il russo,

Mi hanno parlato di probabile disprassia

Da quando ci alziamo la mattina a quando ci corichiamo la sera compiamo tante azioni per soddisfare desideri e bisogni. Queste azioni sono collegate l'una all'altra, si dice che sono in sequenza. E proprio grazie al fatto che queste azioni sono messe insieme nella giusta sequenza che noi possiamo raggiungere un obiettivo. Le azioni fatte in sequenza per raggiungere un obiettivo si chiamano prassie.

Cosa sono i disturbi specifici?


Alcuni bambini presentano dei disturbi che vengono definiti specifici.
Per capire cosa significa il termine specifico dobbiamo prima capire cosa intendiamo per intelligenza.
L’intelligenza è la capacità di capire e di risolvere problemi, che sono diversi a seconda dell’età, di riuscire a fare ragionamenti (cosa succede se …come fai a …), di riuscire a fare inferenze, di trovare gli aspetti in comune tra oggetti (un’arancia e una palla sono entrambe di forma rotonda).

il bambino non si gira quando lo chiamo

La prima volta che incontro la famiglia, il bambino ha un’età di circa 2 anni. Loro hanno già una storia che è piena di ansie, timori, speranze. La mamma mi racconta che quando il bambino aveva 1 anno si era accorta che qualcosa non andava: non mi guardava, non si girava quando lo chiamava, sembrava non ascoltare,

Mio figlio fa la psicomotricità.


Come avete letto in un precedente  post, gli oggetti che vediamo o che tocchiamo li percepiamo e quindi li conosciamo in base all’azione che evocano. Quest’azione, diversa a seconda delle caratteristiche dell’oggetto, viene letteralmente simulata quando guardiamo o pensiamo all'oggetto. L’area del cervello che si attiva è la stessa che si eccita quando effettivamente agiamo con quell’oggetto. Il nostro cervello seleziona le caratteristiche dell'oggetto ai fini dell'azione, ciò permette di definire l'oggetto e il tipo di possibili azioni che posso svolgere.

Autismo e percezione

Quando all'università abbiamo studiato l'anatomia e la fisiologia del Sistema nervoso, cioè come è fatto e come funziona il Sistema nervoso, il Cervello, ci hanno spiegato che è presente nel nostro Cervello un'area della percezione che serve appunto a percepire le cose e un'area motoria

Quando i bambini possono usare il girello.



Lo sviluppo del bambino avviene attraverso delle fasi, in cui il bambino va progressivamente acquisendo nuove abilità. Quando descriviamo o valutiamo lo sviluppo del bambino facciamo riferimento a diverse aree: quella del linguaggio, l'area motoria, sociale, percettiva, cognitiva. In realtà questa distinzione per aree di fatto non esiste, perché quando il bambino si muove vuole interagire con qualcosa o qualcuno, e compie un atto

Autismo o Asperger?

Nella nuova edizione del DSM, la V edizione, non è prevista più la diagnosi di sindrome di Asperger, che sarà inclusa nella diagnosi di disturbo dello spettro autistico. Non ci dovremo più scervellare nella diagnosi differenziale tra autismo ad alto funzionamento e Asperger.

Il DSM è un manuale dove sono contenuti i criteri, cioè i sintomi e i segni che devono essere presenti per fare una determinata diagnosi.

Come comprendiamo gli altri?

Quando osserviamo qualcuno compiere una semplice azione come prendere una matita, riusciamo immediatamente a cogliere le "mille" intenzioni che stanno alla base di quel movimento grazie ai neuroni specchio: scrivere, lanciarla, temperarla, ingannarmi, mostrarmi qualcosa, distruggerla, spezzarla, ecc. Queste intenzioni sono espresse soprattutto attraverso il linguaggio del corpo, il tono della voce, l'espressioni del viso, ecc.
Le persone con autismo vedono solo un'intenzione, perchè il sistema dei neuroni specchio non funziona bene. Quando compiamo un'azione, come ad esempio scrivere, i muscoli della mano iniziano a contrarsi ancor prima di iniziare a impugnare la penna, cioè esiste un "programma motorio" che si attiva ancor prima di eseguire l'azione. Questa attivazione del programma motorio, con tutta la sequenza delle scariche del cervello e dei muscoli, si attiva anche quando osserviamo le persone, e in questo modo possiamo capire quali sono le loro intenzioni, i loro scopi. Nei bambini con autismo sia durante l'osservazione che durante l'esecuzione di queste azioni, come scrivere, mangiare ecc., non si attiva con la stessa organizzazione il "programma motorio". Per questo motivo i bambini con autismo non riescono ad avere una comprensione diretta, immediata, delle intenzioni che hanno le persone quando compiono le azioni. Anche per questo motivo preferiscono quei giochi meccanici, dove non c'è niente da interpretare che li fa confondere e  per alcuni bambini viene proposto anche il robot per insegnare loro qualcosa. Il robot non è "complicato", il suo "comportamento" è lineare. Se prende una matita, prende una matita e basta, non ha altre intenzioni. 
Ricordo questa scena descritta e mimata in un convegno dal Prof. Micheli: un signore sta portando il caffè, si accorge di aver dimenticato lo zucchero, si ferma e ritorna indietro riportandosi la tazzina. La persona con autismo rischia di non "leggere" in modo immediato il significato del comportamento osservato, o magari lo "interpreta" in modo sbagliato.

Autismo e comunicazione

Una delle difficoltà dei bambini con autismo riguarda la comunicazione. Quando comunico, ad esempio quando richiedo qualcosa, posso modificare, attraverso un gesto o una parola, il comportamento di una persona allo scopo di ottenere una data cosa. Ad esempio se il bambino pronuncia la parola acqua o se indica l’acqua, la mamma si attiverà per portare l’acqua al bambino. Se la mamma non ascolta o non si muove, il bambino rifarà la sua richiesta.

I disturbi dell'apprendimento

il mio intervento su Video Regione Sicilia

Mia figlia non parla in pubblico

I bambini con mutismo sono incapaci di usare la loro voce e quindi di parlare quando si trovano in alcuni contesti, ad esempio a scuola. In genere non sono timidi, infatti non si rifiutano di stare con gli altri bambini, con cui interagiscono e giocano. In uno stesso contesto si può osservare come questi bambini possono parlare solo con alcuni e non con altri.
Il loro mutismo è una forma di ansia, per cui
non vanno forzati a parlare, infatti se avvertono la pressione da parte dell'adulto di fatto non parlano e non si sentono capiti nel loro disagio. Un bambino che ha paura di un cane lo aiutiamo gradualmente ad approcciarsi all'animale, di certo non lo forziamo. Gradualmente significa giocare insieme in un piccolo gruppo accogliendo qualunque forma di espressione e di partecipazione, senza avere alcuna aspettativa. Il messaggio principale deve essere: "lo so che ti viene difficile parlare, ti capisco". Nel caso in cui dovessimo sentire la loro voce in qualche circostanza, la cosa non deve essere sottolineata in alcun modo, perché questi bambini non vogliono sentirsi le attenzioni addosso.

Riabilitazione

I bambini che hanno una qualche forma di disabilità necessitano di interventi costruiti su misura, che tengano conto delle caratteristiche del bambino, del contesto in cui vive, della motivazione, della famiglia......

Per tali motivi invito tutti ad avere un atteggiamento critico quando i bambini vengono costretti a fare esercizi che sono uguali per tutti, ripetitivi, senza uno scopo chiaro, esercizi che non ci sogneremmo mai di proporre ai bambini non disabili...Ecco uno dei criteri facile da valutare per tutti i genitori che hanno un figlio che fa la riabilitazione: fareste fare gli stessi esercizi a bambini che non hanno disabilità? Fatevi guidare da questo pensiero.

Nella risonanza non c'è niente.

Alcuni bambini con ritardo dello sviluppo vengono sottoposti a una serie di accertamenti, tra cui la risonanza magnetica al Cervello. Spesso non vengono riscontrati danni evidenti, per cui il genitore riferisce che alla risonanza non hanno trovato niente.

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