Per molti sono solo delle sigle, per le famiglie dei bambini
con autismo sono dei trattamenti riabilitativi. L’aba e il teacch sono due tra
i trattamenti ritenuti efficaci, ce ne sono altri che sono invece ritenuti non
efficaci o addirittura dannosi. Ho visto bambini migliorare tantissimo, senza
fare un’ora di TEACCH o di ABA.
Lo so, posta così è decisamente una provocazione, con questo voglio dire che ci sono bambini che migliorano comunque grazie alle loro potenzialità, e a volte anche nonostante gli approcci sbagliati. Ma a prescindere dal metodo di intervento utilizzato, ovviamente sempre tra quelli ritenuti efficaci, ciò che realmente fa la differenza, a mio avviso, sono due cose: il coinvolgimento attivo della famiglia e soprattutto un progetto condiviso da tutti quelli che si relazionano con il bambino. Un progetto condiviso e non imposto.
Lo so, posta così è decisamente una provocazione, con questo voglio dire che ci sono bambini che migliorano comunque grazie alle loro potenzialità, e a volte anche nonostante gli approcci sbagliati. Ma a prescindere dal metodo di intervento utilizzato, ovviamente sempre tra quelli ritenuti efficaci, ciò che realmente fa la differenza, a mio avviso, sono due cose: il coinvolgimento attivo della famiglia e soprattutto un progetto condiviso da tutti quelli che si relazionano con il bambino. Un progetto condiviso e non imposto.
Alcuni bambini, se potessero, ci direbbero: ma vi volete
mettere d’accordo, sono confuso, c’è chi vuole che usi un gesto per comunicare, chi mi propone di
usare la foto, chi mi parla utilizzando frasi intere, chi singole parole che
non capisco. Alcuni mi vogliono fare leggere frasi intere, chi solo le sillabe.
Un progetto condiviso significa “parlare tutti la stessa lingua” e avere
obiettivi comuni. Condiviso con la famiglia, le insegnanti, gli operatori della riabilitazione.
Purtroppo non bastano tre ore di lezione di inglese per
stare bene in Inghilterra.
Davvero carina l'ultima battuta! Sia l'Aba il Teacch sono degli interventi piuttosto forti da un punto di vista emotivo-psicologico e dell'operatore e del bambino autistico. La novità sta proprio in questo: finalmente si riesce ad entrare nel suo mondo, risponde! Dalla mia esperienza come neuropsicomotricista , il mio parere, espresso in modo molto semplice, é che con l'Aba cerchiamo che il bambino si adatti al nostro mondo, con il Teacch modifichiamo l'ambiente rendendolo più alla sua portata. Bisogna scegliere ?!
RispondiEliminaE' molto vero. Quale scegliere dipende da una serie di fattori: il bambino, l'età, la famiglia, il contesto in cui vive, gli operatori che si occupano dell'intervento. Secondo me occorre tenere conto di tutte queste cose e cercare di cucire il vestito su misura per quel bambino. Ovviamente chi fa aba dirà che è l'unico metodo possibile e lo stesso per chi conosce il teacch.
RispondiEliminaDunque: da quel che ho visto, ascoltato e letto in realtà TEACCH e ABA hanno molte più similitudini che differenze. Almeno in America, perché qui da noi le cose sono un po' differenti, e non proprio in senso positivo. Mi pare interessante quello che sulla differenza tra i due approcci dice Gary Mesibov, il direttore della Division Teacch, qui: http://proautismo.org/2012/06/03/teacch-e-aba/
RispondiEliminaCondivido e invito a leggere l'intervista. Nella pratica comunque spesso capita di utilizzare degli aspetti di entrambi gli approcci, a seconda delle necessità del caso.
RispondiEliminaE un genitore cosa dovrebbe scegliere ? Noi qua che non sappiamo chi sentire...
RispondiEliminaDiscutete, cercate di capire, fatevi guidare, cercate il confronto e "ascoltate" il vostro bambino.
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