Quando le persone dialogano usano dei modi di dire, delle metafore e una serie di espressioni, che vengono comprese proprio perché non vengono prese alla lettera. Mi puoi passare il sale? Non voglio sapere se sei in grado di svolgere l'azione "passare il sale", ma voglio il sale. Se al telefono chiedo se c'è Valentina?, il mio interlocutore mi risponde: "si te la passo" e non solamente "si è in casa". Sono stanco morto significa che sono molto stanco e l'espressione viene compresa
perché chi mi ascolta è sintonizzato con le mie intenzioni e le mie emozioni.
Tutte queste espressioni vengono comprese nel dialogo anche perché contemporaneamente "leggo" il contesto e l'espressioni del mio interlocutore. Per cui posso capire che un mio amico non sta affatto bene anche se mi dice che è tutto a posto.
Chi fa fatica a cogliere i modi dire o gli elementi non verbali della comunicazione può avere un disturbo pragmatico del linguaggio, cioè può non avere adeguate competenze a sostenere uno scambio comunicativo. Questo disturbo è presente anche nelle persone con autismo, ma chi ha solo il disturbo pragmatico non presenta le stesse difficoltà di relazione, né comportamenti ripetitivi o interessi ristretti che sono presenti nel disturbo autistico.
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