Il bambino non collabora

Il bambino fa la terapia psicomotoria e logopedia perché deve raggiungere determinati obiettivi, entro un tempo definito. “Se lavora anche a casa sicuramente imparerà a …”, abbiamo spesso in testa un obiettivo o un’attività da far fare. E siamo così coinvolti che quando ci viene detto che il bambino non ha collaborato ci dispiace. Giustamente.

La collaborazione presuppone un impegno attivo da parte del bambino a svolgere quelle attività che abbiamo proposto durante la terapia. Ma quando  questo impegno manca in parte o del tutto semplicemente chiediamoci il perché.

Forse ancora il bambino non ha avuto modo di conoscerci o di conoscere l’ambiente nuovo, forse gli abbiamo proposto qualcosa di difficile, o qualcosa di noioso, o forse semplicemente non è dell’umore giusto, o è stanco, o ha fame.  

È un bambino.

Non è responsabile, tutte le volte che non collabora, che “non lavora”. (“non lavora” riferito ad un bambino). Per la situazione particolare che il bambino sta vivendo, non lo è mai responsabile.

Siamo condizionati dagli obiettivi: i colori, gli incastri, la coordinazione occhio mano, le prassie, l’imitazione, la coloritura, i concetti spaziali, le parole.

Siamo “aggrappati” a questi obiettivi perché sono segnali concreti del miglioramento, del cambiamento. Sono i segnali concreti che ci fanno sperare e capire che abbiamo intrapreso la strada giusta. Cerchiamo questi segnali, li aspettiamo.

E per questo non ci basta sapere che la relazione e le emozioni “nutrono”, e aiutano  il bambino, anche quando “non collabora”.
Non ci basta forse perché la relazione non è qualcosa che possiamo quantificare come gli obiettivi. 
O forse perché non ci hanno ancora spiegato che la Relazione cambia le persone, più degli obiettivi raggiunti.










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