Dalla parte del bambino pretermine e dei suoi genitori.


La nascita di un bambino pretermine è un evento brusco, inatteso, doloroso, fortemente traumatico. Per la donna che aspetta un figlio, gli ultimi mesi di gravidanza sono determinanti per la formazione della rappresentazione mentale del proprio Sé come madre, ma la nascita interrompe questo processo.
La madre è ancora impreparata e non è certamente ancora pronta per divenire mamma; deve rinunciare al suo bambino sognato, fantasticato, immaginato e fare i conti con una realtà ansiogena e angosciante. Il bambino appena nato le viene subito tolto
e trasportato d’urgenza in un reparto di Neonatologia (che può essere anche distante chilometri) dove può rimanere per mesi ricoverato per completare la sua crescita e raggiungere le 40 settimane di gravidanza completa, prima in una termoculla in un reparto di Terapia Intensiva (TIN) pieno di sondini, fili, tubi, continuamente monitorato e sottoposto a prelievi e a controlli perché le conseguenze sono ad ampio spettro e a un passo avanti possono susseguirsi due passi indietro. Soprattutto i primi giorni e le prime settimane sono drammatici e incerti.
Ritrovarsi genitore di un bambino pretermine significa sviluppare angoscia, insicurezza, sensi di colpa, impotenza, sentimenti di inadeguatezza, rabbia, solitudine, senso di vuoto (la madre sente la sua pancia troppo precocemente svuotata).
Perché è nato così presto? Perché proprio a me? E’ stata colpa mia ? Sono veramente in salute? Sarò una brava mamma ? Sarò un bravo papà? Come sarà il futuro? Sarà normale come gli altri bambini? Ci possiamo fidare dei medici? Degli infermieri? Cosa possiamo fare? Cosa posso fare io come mamma?” Queste tra le tante domande che i genitori ( soprattutto la madre ) si pongono, spesso appena sussurrate. Si dice che insieme al bambino prematuro nascono genitori prematuri.
Il ritorno a casa, dopo la dimissione dall’ospedale, diventa un momento davvero difficile e drammatico perché i genitori si sentono soli e impreparati.
Un bambino pretermine è un bambino che ha bisogno di particolare calore e amore, di alto contatto corporeo (senza eccedere nella stimolazione) e di genitori che si sentono competenti, fiduciosi nel futuro sereno dei loro figli e orgogliosi di essere loro mamma e papà.
Quello che è bene che i genitori sappiano e possono fare:
l’allattamento al seno:
il latte della madre di un bambino pretermine è ancora più ricco di proteine, è più grasso e quindi ha più energia, ha sodio, cloro, potassio, magnesio, ferro, tutte sostanze di cui questo bambino ha ancora più bisogno rispetto a un bambino nato a termine. Il latte materno ha proprietà immunologiche e antinfettive proprio adatte alle patologie respiratorie e grastrointestinali che lui può sviluppare. La madre deve sapere che nessun altro può fornire al suo bambino ciò che lei può dargli con il suo latte. Con questo il suo bambino può crescere bene e in salute e la madre viene aiutata a proteggere la sua autostima,la fiducia in sé e a combattere la depressione.
Il contatto pelle-a-pelle (canguro-terapia):
il bambino pretermine ha bisogno di contenimento, di sentirsi avvolto e accoccolato tra le braccia della madre, ha bisogno di stare ancora in posizione fetale, ha bisogno del contatto pelle-a pelle con la propria mamma.
La Kangaroo Mother Care è nata negli anni ’70 a Bogotà con il pediatra Rey-Martinez per far fronte alla carenza di incubatrici e al sovraffollamento degli ospedali con bambini pretermine.
La canguro-terapia permette al bambino, di poter essere allattato al seno, stabilizzare la temperatura corporea sentendo il calore del corpo della madre, stabilizzare il suo battito cardiaco, il suo respiro e al contempo sviluppare nuove connessioni neuronali. Il bambino, con il solo pannolino e una copertina, viene appoggiato al torso nudo della madre tra i due seni in posizione verticale (seduta su una sedia comoda e possibilmente in un luogo intimo). Il bambino è più vigile, può guardare il volto della mamma che a sua volta si rasserena e accresce l’affettività verso di lui.
E’ bene cominciare questa terapia appena possibile in ospedale e continuarla a casa quasi costantemente durante il giorno per parecchie ore. Anche il papà può farla.
Il massaggio infantile:
Il bambino pretermine ha bisogno di sentire sul suo corpicino mani che ascoltano i suoi bisogni, che lo contengono, che danno risposte con tocco fermo, deciso, dolce e delicato insieme. Il massaggio infantile è un’ottima esperienza per rafforzare il legame con il bambino e superare il trauma come genitore; con adattamenti specifici, il massaggio infantile aiuta il bambino pretermine a sciogliere le tensioni e il pianto emotivo, a ricevere dolci massaggi sulle parti del corpo punte dagli aghi e doloranti; aiuta i genitori a sentirsi esperti del proprio bambino, fiduciosi e a rilassarsi.


I gruppi di condivisione:
In gruppo i genitori possono sentirsi accolti ed ascoltati; possono esprimere il dolore e le emozioni negative. Possono imparare a riappropriarsi delle emozioni positive come la gioia e lo stupore. Possono ricevere utili informazioni. Particolarmente efficace è il confronto e la condivisione con altri genitori, ma anche con un esperto (come uno psicologo) che li sostiene e rafforza la loro efficacia e il loro potere e li aiuta a rilassarsi.
Ricevere sostegno nell’allattamento, imparare il rilassamento, imparare a sentirsi genitori esperti del loro bambino, ricevere informazioni sul follow up dopo la dimissione, sullo sviluppo psico-motorio e sul linguaggio, avere l’opportunità di corsi di massaggio infantile e di frequentare gruppi di condivisione sono tra i servizi che l’Ass. “IL Bucaneve” onlus è in grado di offrire ai genitori dei bambini pretermine.

Dott.ssa Giovanna Scannavino
(psicoterapeuta)

(Presidente Ass. “Il Bucaneve” Onlus di Ragusa)

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