Dalla parte dei bambini e delle famiglie



Chi vive un forte dolore, una sofferenza, ha bisogno di credere in qualcosa per andare avanti. Anche il genitore del bimbo che ha una disabilità, intellettiva o relazionale, vive un dolore e ha bisogno di mantenere viva la speranza. Per questo motivo è disposto a tentare ogni cosa e a seguire qualunque proposta riabilitativa, anche quelle sconsigliate dai medici.
Una mamma una volta mi ha detto: Dottore, noi mamme abbiamo bisogno di toccare con mano per capire. Ciò che convince il genitore a seguire certe proposte è il tipo di messaggio che ricevono, semplice, chiaro, convincente, carico di speranze: tuo figlio può camminare se fa questo tipo di esercizi tante volte al giorno, tuo figlio non parla se non fa queste cose. Nutro un profondo rispetto per tutte le famiglie che vivono le difficoltà della disabilità e per i  loro bambini che sono la parte più debole, ma proprio per il rispetto che ho per loro, non posso non “denunciare” certe pratiche assurde che vogliono fare intravedere il miracolo, che non c’è.  La famiglia deve essere correttamente informata, con i tempi e i modi necessari. Così sceglierà liberamente e consapevolmente.
   

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