Le mamme "lottano".

Una mamma comprende il suo bambino piccolo e le sue difficoltà di linguaggio, di attenzione o di relazione, e per questo s’impegna con tutta se stessa per rendergli la vita più semplice: rispetta i suoi tempi, interpreta i suoi bisogni e i suoi desideri e li soddisfa, cerca di sostenere e di sviluppare le sue potenzialità.
Io lo vedo, ci sono mamme che fanno veramente del loro meglio per il loro bambino: studiano, leggono, cercano di ripetere quello che hanno visto fare alla terapista, si mettono a giocare a terra, parlano con le insegnanti, gli fanno fare i compiti, parlano con i medici e gli operatori, promuovono incontri, diventano esperte e continuano a occuparsi della famiglia.
Nel frattempo i bambini fanno dei passi avanti, superano delle difficoltà, anche grazie a loro.
Cosa succede alla mamma quando non si sente compresa negli sforzi che affronta ogni giorno? Quando addirittura non viene riconosciuto il percorso che ha già affrontato, con il quale il bambino ha fatto dei progressi?
Succede semplicemente che si arrabbia, perché ha paura che se non è stata compresa lei, forse non sarà compreso neanche il suo bambino. 

E allora cosa fare?

In questi casi io conosco un solo metodo, che è quello di tornare a dialogare con chi si prende cura del vostro bambino, cercando di mettere da parte ogni pregiudizio che ci condiziona e ci toglie serenità. 

Solo attraverso il dialogo possiamo rivedere certi nostri giudizi. 
Solo attraverso il dialogo possiamo far conoscere la nostra visione, le nostre preoccupazioni, i nostri timori. 

Lo so che per voi mamme è difficile cercare il dialogo, quando non vi siete sentite accolte o comprese, ma qui c'è in gioco il benessere e l'interesse del bambino.

E allora prendete voi l'iniziativa, arrabbiatevi pure, lottate. Se non sarete ascoltate non è certo colpa vostra.



  



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