I bambini possono presentare
nella loro storia una qualche difficoltà, più o meno grave, più o meno
transitoria. Quando valutiamo questi bambini, o quando esprimiamo un giudizio
su di loro, la nostra mente in modo sistematico e più o meno consapevole opera
dei confronti tra come il bambino è e come secondo noi dovrebbe essere. E di
conseguenza non siamo pienamente soddisfatti fino a quando non viene raggiunto quel
dato obiettivo, quel comportamento, fino a quando non cammina da solo, fino a
quando non inizia a parlare come gli altri bambini, o a scrivere come la compagnetta,
o ancora fino a quando non soddisfa i miei desideri. Fateci caso, abbiamo in testa dei nostri parametri di giudizio che si innescano nella nostra mente in automatico. E il bambino questo lo sente, anche quando le nostre parole dicono il contrario. Questo "continuo giudicare" non ci fa stare bene perché la realtà è appunto diversa da quella che desideriamo, anzi
vi possiamo aggiungere anche altri pensieri che contribuiscono a farci stare male: non sono un buon genitore, dove sto sbagliando, perché non mi ascolta, se avessi ascoltato quella persona ora.., forse quando era piccolo sono stato poco presente, sicuramente i medici hanno sbagliato. Il primo passo per bloccare questo modo di operare è semplicemente diventarne consapevoli. Consapevolezza significa prendere atto della realtà, guardarla per quella che è, senza giudicarla, senza fare confronti. E scoprire che è bella così com'è. Il bimbo è unico nella sua essenza, irripetibile, con i suoi bisogni, i suoi desideri, la sua fantasia, il suo lato creativo e le sue difficoltà. L’accettazione consapevole ci fa stare meglio e ci fa prendere le decisioni più sagge sulle cose da fare.
o ancora fino a quando non soddisfa i miei desideri. Fateci caso, abbiamo in testa dei nostri parametri di giudizio che si innescano nella nostra mente in automatico. E il bambino questo lo sente, anche quando le nostre parole dicono il contrario. Questo "continuo giudicare" non ci fa stare bene perché la realtà è appunto diversa da quella che desideriamo, anzi
vi possiamo aggiungere anche altri pensieri che contribuiscono a farci stare male: non sono un buon genitore, dove sto sbagliando, perché non mi ascolta, se avessi ascoltato quella persona ora.., forse quando era piccolo sono stato poco presente, sicuramente i medici hanno sbagliato. Il primo passo per bloccare questo modo di operare è semplicemente diventarne consapevoli. Consapevolezza significa prendere atto della realtà, guardarla per quella che è, senza giudicarla, senza fare confronti. E scoprire che è bella così com'è. Il bimbo è unico nella sua essenza, irripetibile, con i suoi bisogni, i suoi desideri, la sua fantasia, il suo lato creativo e le sue difficoltà. L’accettazione consapevole ci fa stare meglio e ci fa prendere le decisioni più sagge sulle cose da fare.
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