I continui
progressi dell’assistenza neonatologica hanno prodotto una diminuzione notevole
della mortalità tra i bambini nati pretermine. Per quelli che non hanno danni neurologici evidenti è difficile fare previsioni
sulle possibili conseguenze della prematurità sul loro sviluppo. I bambini che non presentano “danni neurologici maggiori” (paralisi
cerebrali infantili) possono sviluppare disturbi specifici, cioè difficoltà a carico di alcune funzioni come la memoria o il linguaggio o l'attenzione, mantenendo comunque una capacità intellettiva nella norma. Alcuni bambini pretermine sono a rischio di sviluppare disturbi del
linguaggio. (leggi qui), per gli effetti dell’interazione tra fattori biologici
(“immaturità”) e adattamento all’ambiente. Le difficoltà di linguaggio possono interessare a vari livelli la fonologia, cioè la corretta produzione delle parole e la morfosintassi, cioè la corretta produzione delle frasi. Alcuni studi evidenziano che una buona comprensione di parole ed un uso di gesti comunicativi nel secondo anno di vita siano dei buoni indicatori del primo sviluppo verbale cioè vocabolario e prime combinazioni di parole. Altri bambini possono sviluppare una forma di disprassia. Ovviamente in tutti i casi è possibile individuare e intervenire precocemente su tutte le difficoltà.
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