Conosciamo e valutiamo i
bambini con disturbo dello spettro autistico attraverso le osservazioni, i test e i questionari rivolti ai genitori.
Descriviamo in questo modo le caratteristiche del bambino, le sue
abilità emergenti e le sue difficoltà. Un'abilità si definisce
emergente quando occorre un po' di aiuto da parte dell'operatore per
portare a termine il compito del test. Un aiuto può essere dato
dalla dimostrazione di come si fa, da un'istruzione verbale o dalla
guida fisica. Questi profili indirizzano il nostro intervento.
Alcuni test tracciano un
profilo delle abilità, senza che questo coincida necessariamente con
il funzionamento intellettivo del bambino. Mi spiego meglio: quando
il bambino è piccolo le sue abilità di imitazione, di coordinazione
occhio mano, di percezione, di motricità, “misurate” con il
test, possono corrispondere a quelle di un bambino più piccolo
rispetto alla sua età.
Questo profilo più basso non sempre corrisponderà ad un funzionamento intellettivo basso quando il bambino sarà più grande e non sempre corrisponde al reale profilo di funzionamento del bambino.
Questo profilo più basso non sempre corrisponderà ad un funzionamento intellettivo basso quando il bambino sarà più grande e non sempre corrisponde al reale profilo di funzionamento del bambino.
Cosa può succedere.
Prendo in esame alcune situazioni comuni: il bambino non collabora
all'esame, perché è stanco, perché non è interessato, perché non
ha compreso
semplicemente le istruzioni date, perché vuole la sua
mamma vicino, perché ha fame, perché non si sono usati i rinforzi
suoi, cioè quei “premi” che lo motivano maggiormente a svolgere
un compito, perché è intollerante ad alcuni stimoli, perché
preferisce un'altra stanza, perché fa fatica a interagire con
persone che “conosce” da poco.Per questi motivi non ci basiamo su singole valutazioni per descrivere il “funzionamento” del bambino.
Inoltre constatiamo che questi bambini fanno delle cose meravigliose in un campo specifico, magari di loro interesse, ma non riescono a svolgere un compito diverso, magari di livello molto più semplice. Potremmo fare molti esempi in questo senso. O siamo in presenza di “isole di abilità”, cioè ad esempio il bambino è particolarmente bravo a costruire un puzzle, ma non sa copiare un cerchio o non ha ancora generalizzato gli apprendimenti fatti in un contesto. Generalizzare gli apprendimenti significa che in ogni contesto utilizzo, mostro quello che ho appreso a scuola o a casa o in terapia. Nello sviluppo tipico il bambino quando conosce un oggetto riesce, senza alcun insegnamento specifico, a mostrarne l'azione o a rispondere a una domanda che riguarda quell'oggetto, a riferirne il nome o l'azione. Nel caso di un bambino con disturbo dello spettro autistico, invece, l'apprendimento può avvenire per settori Ad esempio un bambino può denominare correttamente gli animali, ma non essere in grado di rispondere alla domanda “dov'è il cane?”. L'insegnamento di conseguenza prevede sessioni separate per ciascun aspetto: imitazione dell'azione con l'oggetto, rispondere alla domanda “che cos'è? O “cosa facciamo con il ….......”, svolgere azioni all'interno di un gioco con quel determinato oggetto. E non dimentichiamoci le caratteristiche dell' apprendimento del bambino.
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