Prendiamo lentamente consapevolezza del fatto che il nostro
bambino ha bisogno di un aiuto in più, più specifico per progredire meglio nel
suo sviluppo. Per questo possiamo
avvalerci di figure professionali, che valutano il bambino e le sue abilità.
Individuate le eventuali difficoltà e le abilità del bambino, vengono stabilite
essenzialmente due cose: gli obiettivi del nostro intervento e il come
raggiungere questi obiettivi. Gli obiettivi non devono tenere conto dell’età
del bambino, ma delle sue abilità e delle sue difficoltà. E le attività e gli
obiettivi li collochiamo nell’ “area di sviluppo prossimale” del bambino, cioè
sono vicini rispetto al livello delle sue abilità e si adattano alle sue
caratteristiche. Ma c’è una cosa che conta ancora di più degli obiettivi e delle
tecniche utilizzate, una cosa fondamentale perché il nostro intervento riesca,
sto parlando della Relazione. La
relazione presuppone la nostra capacità di entrare in sintonia con il bambino. In
sintonia con i suoi bisogni, con il suo stato d’animo, con la sua stanchezza,
con la sua motivazione, con la sua voglia di avere vicino la mamma, con le sue
difficoltà. Entrare in sintonia significa rispettare i suoi tempi, perché ognuno
di noi ha dei tempi e dei modi per stabilire e mantenere la relazione. E i
bambini non li possiamo ingannare, perché loro lo sentono quando siamo
sintonizzati, tutti i bambini lo sentono.
E lo sentono non dalle parole che utilizziamo, ma dal nostro atteggiamento
tranquillo, dal tono della voce, dalla postura, dalla gestualità, dalla nostra
pazienza. E quando non siamo sintonizzati con il bambino, dobbiamo avere la
forza di fermarci e fare un passo di lato.. e semplicemente riflettere. Perché nel
momento in cui capiamo che siamo noi poco tolleranti, noi arrabbiati, noi
impazienti, noi tesi e il bambino non c'entra niente, ecco in quel momento la relazione può
tornare nuovamente a fluire.
Dottore é sempre un piacere leggerLa ed ascoltare i suoi consigli. Buona giornata
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