Il bambino non è aggressivo.

 Il bambino non si addormenta, non vuole dormire nel suo letto, si sveglia durante la notte. Non vuole mangiare, strilla, non mi ascolta, risponde male. E’ capriccioso. E’ aggressivo. Non vuole farsi i compiti.  Quando raccontiamo i nostri bambini, quando raccontiamo la loro storia, quando il medico raccoglie l’anamnesi, le nostre parole descrivono difficoltà e problemi come appartenenti solo al bambino. Questi  comportamenti descritti, e tanti altri, invece, nascono  e si svolgono nella relazione, in un contesto particolare, all’interno dei rapporti tra persone, tra genitori e  figli. Ed entrambi mamma e figlio hanno un ruolo.  La “difficoltà” del bambino è la difficoltà della triade, cioè di mamma, papà e figlio. Inoltre la difficoltà è a volte considerata tale, ma in realtà fa parte della fisiologia. Quando il bambino non riesce ad addormentarsi cosa succede realmente?, come reagisce la madre?, cosa pensa il padre?, cosa fanno?, si contraddicono?, non riescono a separarsi e perché? Cosa stanno provando i genitori? E tale analisi non serve assolutamente a individuare colpe, ma semplicemente a capire. A capire che magari stiamo reagendo senza essere consapevole delle motivazioni che stanno dietro a quel comportamento. E quando capiamo e conserviamo un atteggiamento di apertura, il comportamento di tutti cambia naturalmente. Se il bambino “aggressivo”mi aggredisce e io capendo la sua rabbia e la sua sofferenza, lo abbraccio e mi sintonizzo con le sue emozioni e il suo punto di vista, lo stesso bambino non sarà descritto come aggressivo.   

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