Secondo la terapia comportamentale un comportamento viene mantenuto quando è sistematicamente seguito da un rinforzo positivo, cioè premi e attenzioni. Semplificando, se quando un bambino piange e strilla ottiene attenzione, imparerà a piangere come forma di richiesta di attenzione. E quindi il pianto andrebbe ignorato per evitare di rinforzarlo, per evitare cioè che un bambino continui a piangere ogni volta che vuole ottenere attenzioni da parte dell'ambiente. Posta la questione in questi termini sembra proprio che le motivazioni che hanno determinato il pianto vengono ignorati.
così come i bisogni fisiologici e i sentimenti del bambino. Il bambino, di qualunque età, prima di arrivare a piangere ci trasmette dei segnali che noi per motivi nostri non abbiamo capito e accolto.
La madre è stata tutto il giorno fuori e il bambino appena la vede vuole subito le coccole da lei, ma lei prima si vuole cambiare. Allora lui inizia a strillare.
La mamma è stanca e gli dice in modo deciso "se non smetti di piangere non gioco con te". Il bambino a questo punto prova una grande frustrazione perché non si sente capito e continua a piangere. La madre decide di non prestargli più attenzione per non rinforzare quel "comportamento sbagliato". Le emozioni del bambino vengono in questo modo completamente ignorate.
Un bambino che smette di piangere perché i suoi bisogni e il suo stato d'animo sono stati innanzitutto riconosciuti e quindi soddisfatti è molto diverso da un bambino che non piange perché il suo pianto sarà ignorato. Non pensate anche voi?.Il bambino che si è sentito capito sarà in grado di attendere la mamma. E naturalmente entrare in sintonia con il bambino non significa soddisfare ogni suo desiderio.
Inoltre spesso vogliamo controllare le emozioni dei bambini e ci dimentichiamo che in realtà non sono i loro comportamenti a causare il nostro nervosismo, ma le nostre "esperienze interne". Ad esempio una mamma reagiva male al pianto del figlio perché ciò non la faceva sentire una "buona mamma".
Salve.
RispondiEliminaMa un conto è la soddisfazione di un bisogno, un'altro è l'eliminazione di un comportamento problematico legato ad patologie.
Lei crede che la soddisfazione di un bisogno possa eliminare un comportamento problematico, anche nei casi in cui il problema stesso è dovuto al manisfestarsi di una patologia?.
La domanda è pertinente. Ma comunque anche nel caso di patologia l'intervento non lo dobbiamo fare solo sul pianto in sè, ma sulle motivazioni che determinano il pianto.
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