Il bambino ha un disturbo dello
spettro autistico e hanno consigliato di fare la logopedia. Un bambino con
disturbo dello spettro autistico è un bambino che non sa comunicare e non sa
interpretare i messaggi che vengono dalle persone e dall’ambiente. Ogni bambino
ha una sua storia e delle caratteristiche uniche, per cui è sempre difficile
generalizzare, cioè fare delle affermazioni che valgono allo stesso modo per
tutti.
Tuttavia possiamo dire che quando
il bambino è piccolo, la cosa che ci interessa di più non è il linguaggio, perché
il linguaggio non coincide necessariamente con la capacità del bambino di
comunicare, ad esempio i propri bisogni. I bambini normalmente comunicano
ancora prima di sviluppare il linguaggio verbale. Ci sono bambini autistici che
dicono qualcosa, ma di fatto non comunicano, cioè non fanno richieste: ad es.“acqua”
quando vogliono bere. E quindi
cercheremo i modi per coinvolgere il bambino in uno scambio, in un gioco,
ricercando sempre di più lo sguardo, stimolando l’imitazione di gesti, magari
finalizzati a richiedere qualcosa che per lui è interessante. Lo scopo è di entrare in relazione con il bambino. L’imitazione,
lo sguardo, l’uso di gesti per comunicare, l’attenzione condivisa sono abilità
che precedono lo sviluppo del linguaggio verbale, pertanto quando ancora il
bambino è piccolo il lavoro del logopedista non può differenziarsi dal lavoro
che fa la psicomotricista, cioè è molto difficile fare un lavoro specifico sul
linguaggio. Ci sono poi bambini che hanno sviluppato un discreto linguaggio, cioè ripetono molte parole, ma che utilizzano per lo più in modo ripetitivo, ecolalico, cioè non finalizzato alla comunicazione. Ci sono ad esempio bambini che iniziano precocemente a contare o a leggere le lettere. Anche per questi bambini il trattamento non deve essere indirizzato al linguaggio in se, ma alla comunicazione: fare una richiesta, rispondere a semplici domande, descrivere qualcosa. Ricercare un ulteriore incremento dl vocabolario rischia di aumentare la tendenza di questi bambini ad usare il linguaggio in modo ecolalico, cioè ripetere parole in continuazione, non finalizzate alla comunicazione.
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