Vedo il bambino per la prima volta all’età di 18
mesi. Attraverso il gioco, se è messo a suo agio, ho la possibilità di
conoscerlo e di osservare il suo comportamento. Chiedo anche ai genitori se il
bambino è stato diverso rispetto a come loro lo conoscono. Ovviamente confermo loro che a casa il bambino mostra con
più facilità tutto le cose belle che fa.
Posso riscontrare degli aspetti del comportamento e dello sviluppo che rientrano, per così dire,
all’interno della variabilità fisiologica: un bambino può camminare a 15 mesi e
uno a 12 mesi, in entrambi i casi lo sviluppo motorio è regolare.
Posso riscontrare delle
difficoltà che non configurano affatto un disturbo e sto molto
attento a non prefigurare nessuna diagnosi futura, perché il bambino mostra
comunque delle abilità che mi fanno capire che supererà le difficoltà osservate:
non sale e scende le scale, ma lo fa con appoggio e quindi da qui a poco se gli
si da fiducia andrà da solo. In questi casi non è necessario, secondo me, fare alcuna
riabilitazione.
Posso invece avere un sospetto, perché riscontro determinate difficoltà.
Qui la situazione diventa più delicata. Condivido con la famiglia le mie
osservazioni e indico e faccio vedere cosa è utile fare con il bambino. Faccio
degli esempi, ascolto le loro preoccupazioni, li sostengo, rinforzo quello che
già fanno a casa o che mi fanno vedere, programmo nuovi incontri a breve termine.
Non comunico nessuna diagnosi in questi casi, perché sono necessarie altre
osservazioni e visite.
Posso anche proporre un percorso riabilitativo per le
difficoltà riscontrate.
Ricordo che la terapia la
facciamo al bambino, non alla diagnosi del bambino.
Se la diagnosi è chiara fin dall'inizio, ovviamente la comunico con i tempi e i modo opportuni.
Poi, purtroppo, in presenza di alcune difficoltà, ci sono diagnosi e sospetti diagnostici sbagliati che vengono comunicati. In questi casi si mette in moto un percorso legato a quel tipo di diagnosi, che magari non era del tutto necessario, ma che è ormai difficile da arginare. Il bambino fa dei progressi, ma li avrebbe fatti comunque anche senza tutta quella terapia.
C'è chi sostiene che la terapia riabilitativa in questi casi non ha effetti collaterali. Dipende...Dipende da tante variabili.
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