Mi hanno parlato di probabile disprassia

Da quando ci alziamo la mattina a quando ci corichiamo la sera compiamo tante azioni per soddisfare desideri e bisogni. Queste azioni sono collegate l'una all'altra, si dice che sono in sequenza. E proprio grazie al fatto che queste azioni sono messe insieme nella giusta sequenza che noi possiamo raggiungere un obiettivo. Le azioni fatte in sequenza per raggiungere un obiettivo si chiamano prassie.
“Lavarsi i denti” è una “prassia” fatta di diverse azioni: prima prendo il dentifricio, lo apro, lo metto nello spazzolino, apro il rubinetto, ecc. Per tutte queste azioni, come lavarsi i denti, all'inizio quando da piccoli le abbiamo imparate, dovevamo stare attenti ad ogni passaggio, in un secondo momento siamo diventati bravi e continuiamo a svolgerle quotidianamente senza dover stare particolarmente attenti.
Queste azioni fatte in sequenza si dice anche che diventano automatiche dal momento in cui non dobbiamo stare attenti per eseguirle, come facevamo invece le prime volte.
I bambini che hanno difficoltà ad eseguire le prassie, le azioni in sequenza, possono avere la disprassia
, per loro è come se ogni volta fosse la prima volta, devono fermarsi e pensare come coordinare i movimenti per raggiungere l'obiettivo, magari ripetono lo stesso errore, non riescono a seguire i suggerimenti e sono particolarmente lenti.
All'interno delle singole azioni compiamo dei movimenti: afferrare e ruotare il tappo del dentifricio, ruotare il polso per aprire il rubinetto. Molti bambini con disprassia hanno difficoltà e impaccio ad eseguire anche questi singoli movimenti, oltre a non avere idea della sequenza delle azioni.
La disprassia può riguardare la scrittura, il disegno, i movimenti necessari per vestirsi. Nel caso in cui la disprassia riguarda i movimenti che servono per articolare i suoni che compongono il nostro linguaggio si parla di disprassia verbale.

I bambini con disprassia possono rischiare di non essere pienamente capiti, infatti una cosa che può capitare  spesso è di essere continuamente richiamati perché non imparano e perché non stanno attenti.   

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