La bellezza di un'attesa

Il bambino piccolo entra nella stanza, per lui è una situazione nuova, non mi conosce, si accorge della mia presenza. Gli vengono fatte delle richieste, non è ancora completamente a suo agio e resta in silenzio e non si muove. E' difficile dare un nome al suo stato d'animo, intuisco che occorre aspettare. 

E' un'attesa silenziosa, il mio corpo e il mio sguardo sono rilassati, non cerco niente. Dopo poco tempo il bambino inizia a giocare, a interagire e a rispondere alle richieste.

Ho visto il bambino in un altro momento, in un altro contesto e con le stesse esitazioni. In questo caso ho sentito un'altra attesa, più rumorosa, fatta di esortazioni, premi e direttive ripetute, finalizzate a ottenere determinate risposte, subito.

Sono solo due momenti della vita del bambino, che tuttavia, in molti casi, presuppongono visioni diverse che si concretizzano in approcci diversi.


Non sono in grado di stabilire gli effetti a lungo termine di un tipo di approccio rispetto all'altro, ma intravedo, se non altro, il rischio di perdersi la bellezza di un momento, in cui c'è silenzio e i corpi dialogano e i volti parlano. 

C'è solo la musica

Quando il bambino è nato c’è stata una sofferenza che ha “rotto” un equilibrio.

Ora c’è pianto, disagio, rabbia, cure. Non c’è ancora il bambino che agisce nel mondo in modo intenzionale. 

Ci sono tante sensazioni, ma non come le conosciamo noi fatte di voci, luci, rumori e parole. Ci sono tante sensazioni non distinte, che non hanno un nome.

Le cose non hanno ancora un nome e per questo esistono solo come sensazioni. Sensazioni che accadono in un flusso continuo. Alcune si associano a ciò che noi possiamo chiamare disagio, e quindi compare il pianto o una rigidità.  

Comunque, “ora il bambino deve fare tanti esercizi”. Non salvo niente in questa frase, niente

Il bambino, come lo pensiamo noi, non c’è. Lui è un flusso di sensazioni ed emozioni che non hanno nome.  

Nel flusso delle emozioni e delle sensazioni ce ne sono alcune che si accordano con il bambino, che determinano qualcosa che chiamiamo quiete, benessere. Si accordano è il verbo giusto. Perché è come la musica. C’è una sensazione che nasce che è in sintonia, cioè ha lo stesso ritmo, intonazione, frequenza e intensità rispetto a ciò che nasce dentro il bambino. 
E’ lì che compare l’azione che vuole continuare ad ascoltare la musica  

Non ci sono gli esercizi da fare. Ora il mondo intero, fatto di voci, braccia, musiche, cibo, coccole, si accorda con il bambino.  

C’è solo l’accordo da ricercare, per ritrovare la musica. E ogni melodia è diversa, non posso ottenerla usando le stesse note di giorno o di sera, non posso usare lo stesso strumento per tutti.

E se c’è la musica, il resto verrà da se, occorre solo aspettare.  


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